DeA delle Tre Scommesse



PRIVATY EQUITY – Le trattative con Fimit per creare la prima sgr immobiliare italiana indipendente. E poi gli sforzi per migliorare la redditività di GdS e Migro,s. Così la holding del gruppo De Agostini mira a risalire la china.

DeA Capital è sulla buona strada per creare la prima Sgr immobiliare italiana indipendente. Quasi completata la due diligence per approfondire le modalità per la fusione di First Atlantic Real Estate sgr, che controlla al 70%, e Fimit sgr. Dall’unione nascerà una società con oltre 8 miliardi di euro di masse, 19 fondi gestiti e una quota di mercato in Italia del 20%.
‘La due diligence richiederà ancora tempo perché l’operazione è complessa. Fimìt ha un azionariato composito’. spiega l’ad Paolo Ceretti. ‘Allineare gli interessi di tutti non è facile’.
Comunque potrebbe nascere un operatore internazionale, interessante per chi voglia investire in questo settore in Italia. In questa nuova realtà, che secondo alcuni analisti potrebbe valere 350 milioni di euro (302 milioni per Equita), Fimit potrebbe avere un peso intorno al 60% e First Atlantic al 40%. Comunque DeA sarà il primo socio singolo. Il deal potrebbe creare valore per 0,07 euro per l’azione DeA, che dall’inizio dell’anno ha perso solo il 5% ma deve recuperare terreno rispetto al massimo di metà aprile a 1,41 euro.

L’azione soffre ‘perché DeA Capital è una società di piccole dimensioni, il flottante è limitato al 30% e la liquidità sul titolo è bassa, non favorendo l’ingresso di investitori istituzionali’, osserva Ceretti. La società veicolo, in cui il gruppo De Agostini ha concentrato gli investimenti in private equity e le quote nel settore dell’alternative asset management, ha come principali partecipazioni quelle nella francese Générale de Santé e nella turca Migros Ticaret, che contano per il 18 e il 33% del net asset value.
La prima è una rete di istituti ospedalieri privati, la seconda è il principale food retailer in Turchia, con una quota di mercato del 22%.
‘Générale de Santé sta dando buoni segnali, anche se il contesto della sanità francese è problematico causa l’adeguamento tariffario legato al deficit del Paese. Questo crea una tendenziale compressione dei margini’, spiega l’ad. ‘La società sta comunque proseguendo la sua ricerca di maggiori volumi e di fidelizzazione dei medici, oltre a puntare all’efficienza dei costi, che ha già generato un miglioramento dei margini nel 2009’. GdS mira a raggruppare le cliniche mediopiccole ‘chiudendole e aprendone di nuove, più moderne, con servizi migliori e di conseguenza con un potenziale maggiore’ . Progetti che il gruppo francese finanzierà con la cessione di alcune attività non core (laboratori di analisi).
Quanto a Migros, anche se lo scorso anno la Turchia è stata investita dalla recessione, ha proseguito la sua strategia aggressiva e ha aperto nuovi punti vendita (ora sono oltre 1.700 dai 1.200 di inizio 2009). Nel frattempo la Turchia nel primo trimestre 2010 ha beneficiato di un balzo del Pil del + 11, 7%, dopo il +6% del quarto trimestre 2009, e i consumi privati in aumento del +9,9%. Il consensus stima per il 2010 una incremento del Pil tra il 5,2-5,8% e del 4,6% nel 2011. ‘La congiuntura in Turchia resta debole perché il tasso di disoccupazione è ancora elevato, 16%, per cui i consumi delle famiglie sono ancora depressi’, sostiene Ceretti. Ma Migros vanta già tassi di crescita significativi (+ 12,2% nel 2009) con un cagr 2010-2012 dell’ l1 % per il fatturato e del 15% per l’ebitda. Certo l’apertura di nuovi punti vendita comporta nel breve più costi, che riducono i margini. Non solo sanità e food retailing: DeA Capital si sta rafforzando nell’asset management (20% del Nav), attraverso Idea Alternative Investments, holding di sgr attive nel private equity.

Tutti investimenti soddisfacenti nel 2009 e gli analisti di Equita ritengono che continueranno a crescere anche quest’anno. DeA ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 7,7 milioni di euro rispetto alla perdita di 9,2 milioni dello stesso periodo del 2009. Un risultato riconducibile all’attività di private equity investment (9,9 milioni). A fine trimestre il nav è salito a 2,68 euro per azione dai 2,65 di fine dicembre. Per cui Equita e Intermonte hanno confermato il rating buy sull’azione con target price a 1,71 e 1,8 euro, alla luce dell’alto sconto sul nav (38% contro una media storica del 29%), della buona esposizione a settori difensivi (51% del nav) e dello stabile cash flow. (riproduzione riservata).

Francesca Gerosa
Milano Finanza

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