Dea Capital adesso opera su tre fronti



Con la neonata Dea Capital Investment e la ricapitalizzazione della lussemburghese Dea Capital Investrnents sa il braccio operativo del gruppo De Agostini nel private equity. vara una nuova strategia d’investimento. I due veicoli vanno ad affiancarsi a IDeAAlternative Investments (dedicata esclusivamente all’asset management) e che completano la gamma di soluzioni che la De Agostini può sfruttare per fare shopping sia in Italia sia all’estero. La «complessa operazione di riorganizzazione societaria del gruppo mirante a costituire una nuova sub-holding per le attività d’investimento nel private equity», come si leggeva nella relazione semestrale di Dea Capital, si è appena conclusa. Il riassetto ha portato a una nuova configurazione che non cambia la strategia operativa, in ambito finanziario, delle famiglie Baroli e Drago.

Nello specifico, il riassetto ha dapprima previsto la costituzione di una newco, la Dea Capital Investment srl, che è stata dotata di un capitale di 731,6 milioni tramite il conferimento di crediti per 506 milioni vantati da Dea Capital nei confronti dell’esistente scatola lussemburghese; di un altro credito da 18,8 milioni vantato nei confronti della Moonlight Capital (utilizzata dal gruppo di Novaraper l’operazione Migros, inTurchia) e, infine, con l’iniezione di liquidità per oltre 206,7 milioni, depositata dalla capo gruppo in parte nelle casse di Mediobanca (100 milioni) e di Intesa Sanpaolo (27 milioni).
Completato questo secondo passaggio, la ristrutturazione societaria si è perfezionata definitivamente con l’aumento di capitale varato il 1.0 settembre dalla Dea Capital
Investments lussemburghese. A sottoscrivere la ricapitalizzazione è stata la newco che, a sua volta, ha conferito i crediti e le disponibilità ottenute in precedenza dalla capogruppo quotata in borsa. Il senso finanziario di questa triplice mossa, secondo la società è semplicemente quello di mutare l’identità del’creditore (dallaDea Capital alla Dea Capital Investment srl) della scatola domiciliata nel Granducato.

Dal punto di vista operativo, invece, la finalità è un’ altra. La nascita della subholding italiana consente ai vertici del gruppo, controllato al 60,3% dalla De Agostini, di avere due soggetti pronti a cogliere le opportunità d’investimento: la newco si concentrerà sul mercato interno, la gemella lussemburghese invece sui deal esteri, come nei casi di Générale de Santé in Francia e di Migros in Turchia. La nuova società, che nel momento in cui farà shopping attingerà alle risorse di Dea Capital, si dedicherà a società di medio-grandi dimensioni attive nel settore dei servizi.

I deal avranno un valore di 50-200 milioni e l’obiettivo è quello di conquistare almeno la minoranza-qualificata, se non il controllo, in modo da avere peso nella governance societaria. A medio termine, nei piani societari c’è l’ipotesi di aprire il capitale di Dea Capital Investrnents a nuovi soci terzi. (riproduzione riservata).

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