DeA Capital - Bilancio 2010 - page 153

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ogni costo diretto sostenuto per predisporre l’attività al suo utilizzo. Le immobilizzazioni sono sistematicamente ammortizzate
a quote costanti in ogni esercizio, sulla base delle aliquote indicate nel commento alla voce per gruppi omogenei di beni, in
relazione alla residua possibilità di utilizzo. Qualora si rilevino elementi che facciano prevedere difficoltà di recupero del valore
netto contabile è svolto l’
impairment test
. Il ripristino di valore è effettuato qualora vengano meno le ragioni che avevano
portato all
’impairment
.
Impairment (perdita di valore)
Una perdita di valore si origina in tutti i casi in cui il valore contabile di un’attività sia superiore al suo valore recuperabile.
A ogni data di redazione di un bilancio viene accertata l’eventuale presenza di indicatori che facciano supporre l’esistenza di
perdite di valore. In presenza di tali indicatori si procede alla stima del valore recuperabile dell’attività
(impairment test)
e alla
contabilizzazione dell’eventuale svalutazione. Il valore recuperabile di un’attività è il maggior valore tra il suo
fair value
al netto
dei costi di vendita e il suo valore d’uso.
Con riguardo alla determinazione del
fair value
al netto dei costi di vendita di un’attività, lo IAS 36 fornisce le seguenti
indicazioni:
• se esiste un accordo vincolante di vendita il
fair value
dell’attività è rappresentato dal prezzo pattuito;
• se non vi è alcun accordo ma l’attività è commercializzata su un mercato attivo, il
fair value
è rappresentato dal prezzo di
offerta attuale (quindi puntuale alla data della valutazione e non sulla base di prezzi medi);
• se non vi sono prezzi rilevabili su mercati attivi occorre determinare il
fair value
sulla base di metodi valutativi che
incorporino le migliori informazioni disponibili, ivi incluse eventuali transazioni recenti sulla stessa attività, previa verifica che
non siano intervenuti significativi cambiamenti nel contesto economico tra la data in cui sono avvenute le operazioni prese in
considerazione e la data della valutazione.
Con riguardo alla determinazione del valore d’uso, esso è definito dallo IAS 36 come il valore attuale dei flussi finanziari futuri
che si prevede abbiano origine da un’attività. La stima del valore d’uso deve incorporare i seguenti elementi:
• una stima dei flussi finanziari futuri che l’impresa prevede derivino dall’attività;
• aspettative in merito a possibili variazioni del valore o dei tempi di tali flussi finanziari;
• il valore temporale del denaro;
• altri fattori quali la volatilità del valore e la mancanza di liquidità dell’attività.
Per maggiori informazioni circa la determinazione del valore d’uso di rinvia all’appendice A dello IAS 36. Tuttavia gli elementi
centrali per la corretta stima del valore d’uso sono: un’appropriata determinazione dei flussi finanziari attesi (per i quali risulta
fondamentale il
business plan
della partecipata) e la loro collocazione nel tempo, nonché l’applicazione di un corretto tasso di
attualizzazione che tenga conto sia del valore attuale del denaro, sia dei fattori di rischio specifici dell’attività da valutare.
Nella determinazione del valore è comunque importante:
• basare le proiezioni dei flussi finanziari su presupposti ragionevoli e sostenibili in grado di rappresentare la migliore stima
effettuabile delle condizioni economiche che esisteranno lungo la restante vita utile dell’attività;
• basare le proiezioni dei flussi finanziari sul più recente budget/piano approvato dall’impresa partecipata, che tuttavia deve
escludere eventuali flussi finanziari in entrata o in uscita futuri che si stima derivino da future ristrutturazioni o miglioramenti
o ottimizzazioni dell’andamento dell’attività. Le proiezioni fondate su questi budget/piani devono coprire un periodo massimo
di cinque anni, a meno che un arco temporale superiore possa essere giustificato;
• stimare le proiezioni di flussi finanziari superiori al periodo coperto dai più recenti budget/piani tramite estrapolazione delle
proiezioni fondate su budget/piani presi in considerazione, facendo uso per gli anni successivi di un tasso di crescita stabile o
in diminuzione, a meno che un tasso crescente possa essere giustificato. Questo tasso di crescita non deve eccedere il tasso
medio di crescita a lungo termine della produzione del Paese o dei Paesi in cui l’impresa partecipata opera, o dei mercati nei
quali il bene utilizzato è inserito, salvo che un tasso superiore possa essere giustificato.
Le ipotesi su cui le proiezioni di flussi finanziari si basano devono essere ragionevoli, in base anche all’analisi delle cause che
hanno originato differenze tra le proiezioni dei flussi finanziari passati e i flussi finanziari presenti. Inoltre, occorre verificare
che le ipotesi su cui si basano le attuali proiezioni di flussi finanziari siano coerenti con i risultati effettivi passati, a meno che
nel frattempo non siano intervenute variazioni nel modello di business della partecipata o nel contesto economico in cui la
stessa opera che giustifichino le variazioni rispetto al passato.
Attività finanziarie
Sulla base della classificazione delle attività finanziarie prevista dallo IAS 39, la Società ha determinato la classificazione delle
proprie attività finanziarie al momento della transizione ai Principi Contabili Internazionali e successivamente al momento
dell’acquisizione delle singole attività finanziarie.
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