DeA Capital - Bilancio 2010 - page 25

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31 D
iCembre
2010
23
linea
revolving
, da ulteriori 40 milioni. Il tasso d’interesse
convenuto è variabile ed indicizzato all’Euribor a tre o
a sei mesi.
Il rimborso è previsto in un’unica soluzione al 16 dicembre
2015, salva per DeA Capital S.p.A. la possibilità di rimborso
anticipato integrale o parziale, nel periodo di durata del
finanziamento.
I termini e le condizioni del nuovo finanziamento prevedono
altresì una migliore struttura dei
covenant
.
Si fa presente che il suddetto finanziamento presenta
significativi benefici, tra cui l’allungamento della scadenza
di oltre due anni e una maggiore flessibilità nell’utilizzo
della linea nel tempo, data dalla presenza di una
tranche
revolving
.
5. Analisi dei risultati consolidati
I risultati consolidati del periodo sono collegati all’attività
svolta dal Gruppo DeA Capital nei seguenti settori:
Private Equity Investment
, che include le
reporting unit
che svolgono un’attività di investimento in
private equity
,
diversificato in investimenti in Partecipazioni (“Investimenti
Diretti”) e investimenti in Fondi (“Investimenti Indiretti”);
Alternative Asset Management
, che include le
reporting unit
dedite ad attività di gestione del risparmio e di erogazione
dei servizi a queste funzionali, focalizzate attualmente sulla
gestione di fondi di
private equity, real estate, total return,
special situations.
Il mercato di riferimento
I mercati di riferimento dell’attività di DeA Capital sono quelli
degli investimenti in
private equity
e dell’
alternative asset
management
, con un
focus
specifico sulla gestione di fondi di
private equity
e fondi immobiliari.
Il Private Equity
A livello mondiale il mercato del
private equity
ha registrato
una forte crescita negli anni passati, salendo da un totale
di 1.000 miliardi di dollari di
asset under management
nel
2003 a 2.500 miliardi di dollari a fine 2009, con una rilevante
espansione per i fondi di
buy-out
(acquisizioni di quote di
maggioranza o totalitarie).
Le complessità economico-finanziarie emerse nel periodo
2008-2009 hanno prodotto riverberi evidenti nel contesto
generale del 2010. Gli interventi governativi, di tipo fiscale
e monetario, per rilanciare l’economia di singoli paesi sono
stati caratterizzati da livelli di spesa pubblica decisamente
superiori a quanto visto in passato. A livello fiscale si è
assistito alle difficoltà finanziarie che hanno colpito dapprima
la Grecia e successivamente l’Irlanda, lasciando aperto un
interrogativo sul futuro e le prospettive di crescita dell’Unione
Europea. A livello monetario si sono verificate le prime
pressioni inflazionistiche e scostamenti valutari, anche
marcati.
In tale contesto il
Private Equity
continua ad essere un
comparto in evoluzione. Sebbene non vi siano state inversioni
di tendenza sul lato della raccolta, ancora in calo da 297
miliardi di USD nel 2009 a 237 miliardi di USD nel 2010 (nel
2008 era stata pari a 670 miliardi di USD), nel corso del 2010
si sono cominciati a percepire segnali di ripresa sul fronte
degli investimenti e delle realizzazioni.
Sul piano delle politiche di investimento, i fondi si sono
concentrati sulla leva del miglioramento operativo delle
società in portafoglio per compensare un minore ricorso
all’indebitamento come volano per amplificare i ritorni. Dopo la
fase di razionalizzazione finanziaria e ristrutturazione del debito
delle società in portafoglio l’attenzione dei fondi è ritornata
verso nuovi investimenti spinta da una maggiore propensione a
vendere e dalla riapertura del mercato del debito.
L’attività di investimento è più che raddoppiata rispetto al
2009 con un volume di investimenti in
private equity
che ha
toccato i 261 miliardi di USD, contro circa 103 miliardi di USD
nel 2009
1
. La ripresa dei mercati azionari ha favorito anche
l’attività di dismissione. I volumi di IPO di società finanziate
da fondi di
Private Equity
di 16 miliardi
1
di USD (9 miliardi di
USD nel 2009) sono quasi tornati ai livelli del 2007.
I primi 3 trimestri del 2010 hanno generato distribuzioni pari
a 34 miliardi di USD, doppie rispetto al corrispondente periodo
del 2009
1
. Ciò ha permesso ai fondi di consolidare i propri
track record
in previsione della raccolta di fondi successivi.
Private Equity in Europa
Il mercato Europeo pesa per circa il trenta per cento del
totale. Il
fund raising
nel 2009 è sceso in misura molto
marcata proseguendo il
trend
negativo anche nel 2010,
mentre si registra una controtendenza del segmento dei
buy-out
, nel quale la raccolta di fondi è aumentata dai 10
miliardi di Euro stimati nel 2009 a circa 16 miliardi di Euro
nel 2010. I nuovi investimenti in Europa Continentale sono
lievemente aumentati.
1. Fonte: Thomson Venture Economics
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